Ci sono valli nel Sud Tirolo che ricordano l’inverno: tranquille, silenziose, belle di una bellezza che si offre solo a chi sa coglierla e magari sa attendere che si manifesti. Valli che si sforzano di approfittare del lustro delle loro sorelle più famose, ma che conservano stili di vita arcaici: i trattori che si spostano lentamente sulla strada; i “seganti” nei prati; le teleferiche con il bidone del latte che attende di essere svuotato. I gonfaloni si gonfiano al vento, ma non sembrano lì per accontentare il turista, ma piuttosto per conservare e rivendicare una identità che si tramanda nei secoli nei masi disseminati lungo la strada.
In queste valli, nuove e belle costruzioni si mescolano a quelle tradizionali, ma l’occhio è inevitabilmente attratto dai masi che si sviluppano con possenti travature lignee su una base di pietre che potrebbero essere la muratura di un castello.
Le montagne non sono così a portata di mano e occorre guadagnare quota per goderne la prospettiva, troppo schiacciata nel fondovalle.
La Val d’Ultimo è una di queste. Val d’Ultimo che qualcuno favoleggia conservi il toponimo latino vallis ultima e la fantasia non è senza fondamento se pensiamo che si sviluppa verso sud ovest senza sbocco a partire dall’incrocio fra Valle Venosta e Val d’Adige, all’altezza di Lana. Una sorta di Ultima Thule in cui cercare il Sud Tirolo delle origini.
Naturalmente, non è così, ma la Val d’Ultimo rimane la bellissima meta di un giro in moto meno convenzionale di altri fra Trentino e Sud Tirolo.
Noi scegliamo di utilizzare la Val di Non e la strada molto recente della Val Marano per avvicinarci, in modo da mitigare la calura che questo giugno ci regala, dopo un avvio molto incerto.
Lasciamo traffico e meleti al lago di Santa Giustina e risaliamo la tranquilla e veloce SP88 che si innalza senza strappi fra le abetaie fino alla galleria che immette in Val d’Ultimo.
Dopo la prima, altre gallerie si susseguono e la strada in discesa è molto divertente e veloce e giunge rapidamente al fondo valle fra San Pangrazio e Santa Valburga.
Svoltati a sinistra, risaliamo verso Santa Valburga e il Lago di Zoccolo, lago artificiale lungo più di due chilometri che nasconde sotto all’acqua dodici masi che, per oltre mille anni, furono tra i più belli dei dintorni.
Ancora avanti, ci aspetta San Nicolò e la sua chiesa gotica, citata per la prima volta in documenti del 1338 ed arricchita da un mirabile altare a portelle in stile neogotico con pregevoli sculture. A monte della chiesa, su una maestosa altura, sorge il Thurnerhof, ciò che rimane di una antica torre di difesa con disegni misteriosi nelle mura.
All’altezza di Santa Gertrude che meriterebbe una visita per la chiesa, discosta dal paese, e per i larici millenari poco lontani, deviamo sulla stradina che si inerpica per sei chilometri fino al lago di Fontana Bianca, altro invaso artificiale posto alla testa della valle. Il panorama non è grandioso come in altre valli e la zona è un po’ degradata per la presenza di ruderi di passate avventure turistiche e di un brutto capannone metallico, ma l’insieme è gradevole e molto tranquillo. Un paio di locali offrono la tradizionale e generosa ospitalità sud tirolese, ma noi preferiamo masticare piano un panino portato da casa in riva al torrente che alimenta il lago, osservando le eleganti evoluzioni della lenza di un pescatore.
Al ritorno, la bellezza della valle si dispiega in tutto il suo splendore fino a San Pangrazio, poco prima del quale si incontra il piccolo e smeraldino Lago di Alborelo. Dopo il paese, la strada si fa un po’ monotona, ma in breve si arriva a Lana. Da lì una rapida corsa verso Passo Palade e di nuovo, traffico permettendo, in piega fino a San Michele all’Adige.
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I racconti che leggerai sono scritti da Giulio e le foto a volte sono state scattate da Giulio e altre da Maria Grazia. Di una cosa puoi essere certo: tutte quelle in cui compare il casco di Giulio, sono state scattate da Maria Grazia.Visite
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Caro Giulio!
… e sempre sarà accolto ovunque a braccia aperte un uomo che sa descrivere con tanta umiltà, competenza e classe i posti che ha frequentato. E’ un piacere leggere i tuoi racconti, in particolare da alto atesino quello sulla Val d’Ultimo. Bravo!
E domani per me sarà finalmente la giornata del Grossglockner!
Grazie dell’apprezzamento e buon giro. Speriamo il tempo sia all’altezza delle strade.
Bella la Val d’Ultimo, bella proprio perché, fuori dalle rotte del turismo di massa, riesce ad essere ancora abbastanza incontaminata.
La ricordo con la neve primaverile (marzo 2002) ed era la prima tappa di un week-end sciistico e questo tuo bel racconto fa venire la voglia di tornarci e goderla nella versione estiva
🙂
Grazie a tutti dei commenti. Valter: magari ci incontriamo a tavola in Val d’Ultimo.
bei posti…..
buon suggerimento di itinerario………………..grazie!
Ci son passato sabato 16, valle serena ed incantata
GIO64
la Val d’Ultimo è sempre un piacere per gli occhi e per lo spirito. Grazie Giulio
Grande Giulio , luogo non visto ( almeno da me ) ma da fare …..
Marco alias toscanoIGT o viceversa