Se ci penso bene, Venezia è il “luogo esotico” della mia vita: lo fu quando avevo tre anni e vi andai per la prima volta; lo fu nell’adolescenza inquieta e lo è stato nella maturità quando si trattava di scegliere un futuro fra quelli a portata di mano.
L’idea che ho della città oscilla fra rappresentazioni contrapposte: il fasto dogale delle vedute di Canaletto e la città metafisica di Giorgio De Chirico.
Lungo il Canal Grande o nel Bacino di San Marco, ancorché stipato in un vaporetto, non posso non ricordare le parole di Philippe de Commynes (1495) che lessi nelle Pietre di Venezia di Ruskin:
…e mi menarono lungo la grande strada che chiamano Canal Grande e che è molto largo. Le galee vi passavano di traverso e navi di quattrocento tonnellate o più erano ormeggiate accanto alle case. È la strada più bella che esista al mondo, io credo, ed è circondata dai palazzi più belli.
I palazzi sono molto grandi e alti, costruiti di pietra forte. I più vecchi sono affrescati e tutti hanno la facciata di marmo bianco che viene dall’Istria, distante cento miglia. È la città più trionfante che abbia mai visto e che più fa onore ad ambasciatori e stranieri.
Nelle calli anguste e vuote, finestre e porte sbarrate, o nella laguna deserta, verso Chioggia o verso Burano, ripenso a Jorge Luis Borges (1992) e ai suoi labirinti.
Narrano gli uomini degni di fede (ma Allah sa di più) che nei tempi antichi ci fu un re delle isole di Babilonia che riunì i suoi architetti e i suoi maghi e comandò loro di costruire un labirinto tanto involuto e arduo che gli uomini prudenti non si avventuravano a entrarvi, e chi vi entrava si perdeva. Quella costruzione era uno scandalo, perché la confusione e la meraviglia sono operazioni proprie di Dio e non degli uomini.
Ritorno a Venezia grazie ad un regalo di Natalia, la nostra figlia più grande. Vi ritorno con il cuore in pace e con la curiosità di ritrovare frammenti di memoria che riscaldino l’autunno della vita. Assieme ad essi, nuove scoperte accelerano il moto del sangue nelle vene stanche: prima di tutto, i tèleri di Tintoretto nella Scuola Grande di San Rocco.
BENVENUTO!
I racconti che leggerai sono scritti da Giulio e le foto a volte sono state scattate da Giulio e altre da Maria Grazia. Di una cosa puoi essere certo: tutte quelle in cui compare il casco di Giulio, sono state scattate da Maria Grazia.Visite
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Venezia è bella sempre e con qualunque tempo, può infondere una grande tristezza come far esplodere una magica allegria. Anche se ripercorri i soliti tragitti, trovi sempre qualche angolo e vedute che la volta precedente ti erano sfuggiti. Basta solo un raggio di sole con un’angolatura diversa e la calle od il campielli non sono più gli stessi.
Venezia è bella ma, non so se ci vivrei… (tormentone trito e ritrito) tanto scomoda quanto bellissima e unica.
Bellissime foto, mitica quella della lapide con le misure per la vendita de pesce.
P.S. Hai fatto anche il “bàcaro tour”?
Io ci vivrei se potessi permettermi una casa da 9.000 euro al m2 😉
Bàcaro Tour? Appena un po’… :-)))
Ciao! Dai che fra poco si può ricominciare a girare.
Voci autorevoli parlano del S. Va-lentino dell’Elica al 19 feb. fra Berici ed Euganei ma io non ho detto niente, mi raccomando!!!
Venezia…
Sono 21 anni che non ci metto piede. Scandaloso…
Meno male che ci stai tu con i bei pensieri che riporti e le sempre magnifiche foto che fai, a ricordarmi quanto è bella.
Ho un debole per le casette colorate di Burano.
Max
A Max e Marco:
tornateci adesso, a Carnevale se volete la festa o appena dopo se volete godervela in una dimensione intima. Andate a dormire un po’ fuori (Murano).
A Venezia anche i luoghi più conosciuti continuano a sorprendere e quelli fuori mano sono incantevoli.
Solo il trasferimento da Venezia a Burano e Torcello è una gita.
é sempre lì , bella o maltrattata … , sono quasi 10 anni che non ci torno con mia moglie .
Girare per le calli , i campielli e cercare di restare indifferenti ai soliti luoghi e attratti da quelli che vengono evitati dai turisti ( turisti ?? ) .
Marco alias toscanoIGT ( o viceversa )